domenica 16 maggio 2010

Tifone


Sogno a voce alta,
in un labirinto di viole.
Chiudo gli occhi e mi perdo
tra sentieri muti di specchi.

La mia voce cristallo,
flusso d'energia,
un grilletto automatico
di spine d'argento.

Tesa nell'auora
la mia mente aleggia fredda.
Un sospiro di controllo,
un attimo, un eterno.

E dunque mi fermo
e respiro la pioggia,
l'aria bagnata
di terra e di memoria.

Ne sento il motivo
di questo viaggio infinitio.
Che io vaghi o mi plachi
non ha più importanza ora

perché ho capito
che per quanto un'emozione
possa darmi vita e sogni,
a me non basta:

io voglio il tifone.

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