Nella mia tomba, inerme,
dove non crescono fiori,
resto in silente attesa.
E la terra umida che la ricopre,
patria di larve e muschio,
soffoca gli ultimi sospiri
cullando un sonno amaro.
Non lasciatemi morire,
compagni.
Dissotterratemi, affinché possa
urlare e lottare.
La mia terra, adesso,
patria di padri giusti,
giace in una bara.
In silenzio.
In attesa.
Sospira soffocata dal fango,
che la ricopre intera.
Non lasciamola morire,
compagni.
Dissotterriamola, affinché possa
tornare a lottare.
utopia?!_Mary
RispondiEliminaStraordinaria! Un amore vero, non retorico verso la propria terra e un uso del termine "patria" così intenso e sentito da riuscire a non farlo apparire anche ai miei occhi ridondante ma, al contrario, recepirlo come un disperato grido d'amore.
RispondiEliminaGentilissimo Daniele :)
RispondiEliminaComplimenti, davvero bella! ... e condivisibile in ogni verso :)
RispondiEliminaVersi molto belli .. :) i miei complimenti! :)
RispondiEliminaun saluto
ogni verso ha un suo respiro, complimenti davvero
RispondiEliminaGrazie mille a tutti *_*
RispondiEliminaè piaciuta anche alla De Gregorio (L)
RispondiElimina