domenica 13 giugno 2010

Riflettete sulla morte?


Gente! Passanti da questo blog! Una domanda: avete mai meditato sulla morte? Non intendo superficialmente, del tipo "un giorno morirò, godiamoci la vita". Intendo soffermarsi seriamente a guardarsi le mani, le braccia, i brufoli, le tette, e pensare "un giorno questo sarà polvere. Un giorno chiuderò gli occhi per sempre. Cosa penserò in quel momento? Mi ricorderò della mia vita, tipo scene da film che ti passano davanti agli occhi? Che cosa proverò? Dolore? Vuoto? Angoscia?"
Mi è capitato l'altro giorno, mentre leggevo un romanzo. E' stata come una folgorazione, un lampo, un sussulto: ho avuto la consapevolezza della fugacità dell'esistenza, dell'inconsistenza della vita. Non so spiegarvelo. So solo che sono stata assalita da un'angoscia profonda, senza neanche capire perché, senza rendermene conto! Mi è scappata anche una lacrima. Eppure stavo facendo una cosa che faccio tutti i giorni: trovo una posizione comoda sul divano e apro il romanzo di turno.
Lampo, consapevolezza, angoscia, lacrima. Come l'epifania di Joyce.
Ultimamente ci ho provato a riavere questa "illuminazione", ma non è facile. Forse la mia mente si rifiuta e mi protegge...

A voi è mai venuta questa folgorazione?

6 commenti:

  1. A me è capitato di pensarci, e ne ho parlato anche con alcune persone. Non ho avuto finora particolari stati d'angoscia o di sconforto. Penso che in fondo al cuore sia radicato il pensiero che un giorno arriverà quel momento e che non ci sarà proprio niente da fare. E semplicemente lo accetto. E parlandone, credo lucidamente, so che non vorrò una pietra tombale: se qualcosa delle mie spoglie potesse ancora servire a qualcuno, prego, sarò lietissimo di portare un alito di vita a chi la anela magari disperamente. Per il resto..vorrò essere disperso nel vento. Ma non perché voglia essere dimenticato o perché sia troppo conscio della caducità dell'esistenza e del tempo che lava via ogni nostro segno nel mondo. Vorrei il contrario. Vorrei radicarmi nei pensieri. Che ci riesca o meno, che siano buone immagini o no, non sarà importante, dopo quel momento. Ma un ricordo "vivo"... Quello secondo me sarebbe il mausoleo più resistente e glorificante.

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  2. Essicapisce!!! Mi sono soffermato a guardare le mie mani, i miei brufoli e... le tette di qualcun altra, in quanto non mammellodotato. Sembra sia stato concepito secondo un ordine preciso, a volte, ma credo si debba sostenere solo il distacco da ogni teoria. Non è semplice, l'umanità è una costrizione.
    Qual'è questo romanzo??

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  3. Beh la morte è l'unica certezza della vita,impossibile non soffermarsi...specialmente quando vedi andar via chi ami.

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  4. @Denis: a me piacerebbe avere una lapide. Ma io sono "fan" dei "Sepolcri" di Foscolo, e condivido la sua teoria :)

    @Mirella: Quando persone care ci abbandonano è normale soffermarci su questo pensiero, ma in momenti di quotidiana routine è un po' fuori-norma.

    @Squilibrato: forse il romanzo mi ha dato un input. "Il simbolo perduto", Dan Brown. Non vorrei spoilerare ma questo romanzo si sofferma su certi temi come quello della morte, dell'anima, della religione.. ecc ecc.

    Io credo che non è giusto mantenere il distacco da questo pensiero.
    "Solo chi ha voluto morire può capire quanto è bello vivere" (Alexandre Dumas - Il conte di Montecristo)
    Per cui: pensare alla morte per godersi la vita, sembra un paradosso, invece non lo è...secondo me!

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  5. penso che pensare alla morte quando tutto va bene sia un'opportunità, perché capisci che fortuna hai ad avere qualcuno che ti ama. Pensarci quando invece quando i buoi sono già scappati, almeno a me che lo sto vivendo e pensando, mi mette ansia, furia e soprattutto malumore. Risultato; tutti i giorni sono buoni per fare bilanci, irrimediabilmente negativi

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  6. grazie per la visita su AngeliSonnambuli....
    ho apprezzato...


    AngS

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